romagna arte e storia

Rivista di cultura

 

 

Anno XXXIV / numero 100 / gennaio-aprile 2014

 

Cento numeri, una storia

 

Ferruccio Farina
Dalla Linotype al Web. Cento fascicoli e trentacinque anni

 

Mentiremmo se, presi dall’entusiasmo delle celebrazioni del nostro trentacinquesimo anno di attività, dichiarassimo di esser fieri per aver raggiunto i nostri obiettivi.

Quando ci siamo riuniti per la prima volta nell’estate 1980 in casa di Pier Giorgio Pasini per iniziare la nostra avventura... non avevamo obiettivi. Non sapevamo se il tentativo di dar vita ad una rivista senza protettori avrebbe avuto un seguito e se, dopo il primo numero o dopo il primo anno, avremmo potuto continuare. Sapevamo che uno spazio che volevamo destinato a raccogliere ricerche e studi rigorosi non avrebbe potuto godere di ampia divulgazione e sapevamo anche che non esser funzionali a istituzioni culturali o accademiche ci avrebbe privato di sicurezze. Ed è proprio tutto ciò che oggi ci rende davvero fieri. 

Fieri di esser testimoni di come, talvolta, anche la precarietà, quando sostenuta dal coraggio e dalla passione per l’arte e per la storia, possa aver la meglio della disponibilità di risorse, di potenti padrini e di appartenenze.

Trentacinque anni, 100 fascicoli, 625 saggi di 315 autori diversi, 12.500 pagine con 8.200 illustrazioni, 115 centimetri di spazio occupato in libreria sono numeri che parlano da soli.

Parlano della scelta di inserire pubblicità nei nostri fascicoli che ai tempi sollevò "scandalo" e provocò l’accusa di corrompere la sacralità del "sapere". Pubblicità che, grazie all’impegno del nostro compianto amico Gianfranco Fellini, ci ha invece garantito anni di serenità senza tuttavia condizionare i saggi pubblicati, anche per il guizzo di creatività nell’usare immagini d’antan nelle inserzioni.

E che parlano anche di poche, ma chiare e ferme, linee guida.

La rivista, innanzi tutto, non avrebbe dovuto ricevere contributi o elargizioni benevole da alcun ente e si sarebbe sostenuta con la pubblicità e, soprattutto, con gli abbonamenti. Abbonamenti proposti e utilizzati anche come strumento di promozione da alcune aziende prestigiose, come la ditta Rocchi di Cesena nei nostri primi anni di vita e la Civis Agustus, che li hanno destinati alle loro relazioni di prestigio. In seguito, con l’affermarsi della rivista, alcune banche e fondazioni bancarie hanno sottoscritto a favore delle biblioteche e delle scuole del nostro territorio. A loro e alla loro sensibilità va la tutta nostra gratitudine.

Per mantenerci "indipendenti" in ogni possibile declinazione, s’era inoltre stabilito che in redazione non avrebbero trovato posto rappresentanti di istituzioni né politiche, né amministrative e né accademiche. E a ciò abbiamo trasgredito. Ma solo in apparenza. Quando il nostro Dante Bolognesi è diventato direttore di una delle più prestigiose biblioteche della Romagna, nessuno della redazione ha sollevato obiezioni: per noi sarebbe restato, come è restato, l’amico prezioso e generoso di sempre, non direttore ma "semplice" redattore, come tutti noi. Redattore "semplice" così com’è restato Giordano Conti verso il quale, anche quando è diventato sindaco di Cesena, non abbiamo sofferto alcuna soggezione e con il quale abbiamo continuato a confrontarci in piena libertà per compiere le scelte migliori per la vita e la qualità della rivista.

In trentacinque anni le decisioni sono sempre state prese all’unanimità. E non per doveri o per regole formali ma per una naturale e profonda sintonia tra noi redattori che ha creato nel tempo un clima straordinario che ci ha permesso di lavorare insieme con un piacere e un entusiasmo che continuano a rinnovarsi. E col passare del tempo, dalla stima siamo passati all’amicizia, poi all’affetto, ormai antichi.

Così, tra impegno e soddisfazioni, gli anni sono "volati". Tanti anni; e, in questa ricorrenza, sono giustificati un po’ d’orgoglio e di retorica per la strada percorsa, sostenuti anche dai segni di stima e di affezione che continuano a pervenirci.

Certo, la nostra è una rivista "datata", sia per anno di fondazione che per l’anagrafe del gruppo che l’anima.

Siamo nati ai tempi dei caratteri di piombo, dello sferragliare delle Lynotipe e dei cliche di zinco per le illustrazioni. Ma il digitale che oggi impera, al suo apparire ci ha stupito, non impaurito.

Portano la nostra firma, infatti, realizzazioni ad "alta tecnologia" come "Balnea Museum, Museo virtuale dei bagni di mare e del turismo balneare" in internet dal 1994, tre anni dopo la nascita del World Wide Web, e come il nostro sito istituzionale, attivo da qualche anno, si arricchirà da questo anno di nuovi servizi per i collaboratori e i lettori, e non è da escludere che, nel nostro trentacinquesimo compleanno, la rivista si affacci anche nei social network.

Certo, il nostro focus è la storia locale circoscritta a una dimensione amministrativa addirittura sub regionale, ma ciò non ci ha impedito di firmare iniziative culturali a Los Angeles, a New York e, nel prossimo anno, a Barcellona, ciò grazie a Francesca da Rimini e al suo mito al quale abbiamo dedicato un numero monografico che ha segnato l’inizio di convegni e di eventi espositivi, ma anche al bagaglio di studi che abbiamo dedicato alla nostra terra.

Con la bandiera "Romagna", solo riferita agli studi storici e mai a rivendicazioni autonomistiche, abbiamo attraversato anni di crisi, quando la storia locale era considerata materia per eruditi fuoritempo e per topi da biblioteca, senza dubbi e cedimenti sul suo valore. E ora, in tempi di globalizzazione dilagante e di frenetica ricerca di un’identità dimenticata o di eccesso di "presentificazione" ben descritta Roberto Balzani nell’intervista che segue, non ci abbandoniamo a facili entusiasmi per possibili ritorni di mode. Continuiamo a sollecitare e a raccogliere studi e ricerche originali e rigorosi, fedeli alle nostre immutate linee guida.

Mai ci siamo sentiti, e mai ci sentiremo, come Suzuki Norio, il giapponese che per trent’anni ignorò che la guerra mondiale era terminata. Lavorare seriamente sulla storia della nostra terra, mode o non mode storiografiche, per noi si tratterà sempre non di una guerra ma di vero piacere.

 

Per festeggiare la pubblicazione del n. 100 e i trentacinque anni di attività della rivista,
ideata e fondata nel 1980,
verrà realizzato l'evento

 

 

Interverranno ROBERTO BALZANI e PIERO MELDINI
con una riflessione sull'attualità e il valore degli studi di storia locale
Iniziativa aperta ai collaboratori, agli amici della rivista e al pubbico
 

Rimini, "Sale antiche" della Biblioteca Gambalunga
20 febbraio 2015,
ore 17

 

Locandina invito

Locandina invito

 Abbonamenti alla rivista, singoli fascicoli e arretrati possono essere richiesti a editriceilpontevecchio@gmail.com

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